mercoledì 14 dicembre 2005

10 giorni a Natale

Ciao a tutti in sordina,

non ho molta voglia di diffondere il nuovo post con un annuncio per email, forse abbiamo esagerato con l'autocelebrazione!
Chi ci capitera', da ora in poi, vuol dire che ci ama davvero.
Eppure ora di cose da urlare al mondo ce ne sarebbero tante, a cominciare da tutto quello che sta "prendendo il giro" qua della nostra nuova vita americana... mi rendo conto che uso spesso quest'espressione: "nuova vita americana", ma non ce n'e' un'altra che vada bene lo stesso per esprimere il cambiamento che ci sta avvolgendo come un tornado, trascinando tutto, dal cibo diverso al supermercato (che non ho smesso di girare con stupore) alla fatica di comprendere tutte le sfumature dell'inglese, dai nuovi amici che ci stiamo facendo alle nuove abitudini del brunch della domenica mattina e della pizza con gli italiani del martedi' sera, dove ogni volta si parla di America e di Italia, e' uno specchio continuo e l'interessante e' che per ognuno e' diverso... mai come ora mi sono accorta di quanto ci stiamo mettendo in discussione -per non parlare poi del lavoro di Luigi, che lo sta proiettando in un mondo dove ci sono quelli che a 26 anni sono professori all'universita' (una cinesina genia che a 19 era gia' laureata) o quelli che sono diventati biostatistici dopo una laurea in psicologia, svariati viaggi nel mondo ed una carriera parallela come pittore e dove tutto e' piu' comodo, informale ma maledettamente stimolante per il cervello-. Per quanto riguarda i nuovi amici, ecco, questa e' per me una parte stancante (anche logisticamente: l'unica baby sitter fidata che abbiamo abita a un quarto d'ora di strada da qua e non ha la macchina, pero' Luce si diverte un sacco con lei che le parla inglese e Luce le risponde in italiano) non so come mai... vi raccontero' chi frequentiamo, io sono diventata un po' orsa (o forse solo pigra), mentre Luigi, che sta giustamente approfittando dell'esperienza, inviterebbe uno diverso a cena tutte le sere!
Ci sono momenti piu' "complessi", diciamo, come sistemare ancora qualche begherella burocratica o affrontare la stanchezza di essere sola tutto il giorno con Luce, e momenti di "scoperta" piu' divertenti, per esempio il taglio di capelli dalla parrucchiera transessuale del nostro quartiere o la scelta la sera di cosa guardare in tv, se un tipo che si fa fare la radiografia del petto dopo essersi infilato una spada di un metro in gola su Discovery Health (a proposito: qua sono ossessionati dalla salute, ci sono mille trasmissioni che mandano in onda delle cose trucissime tipo "Il bambino nato senza faccia" e una pubblicita' su due e' di una medicina, con prevalenza di quelle per la prostata, l'asma e i dolori mestruali, senza nessun pudore), la nuova fiction sul papa, il canale solo di gossip o il weather channel. A proposito del tempo qua fa un freddo cane, siamo fermi a meno 6 da un paio di giorni e ha anche nevicato, esperienza di per se non particolarmente eccitante se non fosse per la paranoia che hanno gli americani per gli eventi atmosferici e la precisone pazzesca con la quale riescono a prevederli (bombardandoti con avvisi continui su tv e radio), anche una settimana prima... per esempio adesso c'e' un signore al telegiornale di fianco ad un numero gigantesco -che sono i gradi fahranheit di questo istante a Baltimore- che mi spiega che stasera dovrebbe esserci una pioggia di "ice pellets" (letteralmenete pioggia ghiacciata) che dovrebbe tramutarsi domani alle 8.05 in nevicata che scemera' gradualmente in neve bagnata verso le 12.30 indi per cui le scuole saranno chiuse, funzioneranno le strade di emergenza etc... anche se mettera', si e' no, 8 centimetri di neve!
Intanto, come prevedamo, con lo shopping frenetico nei mall (che hanno ingurgitato anche me, ma per fortuna abbiamo compensato con qualche attivita' cultural-naturistica) e' anche sbocciato lo sfoggio degli addobbi natalizi, qua fanno davvero paura, c'e' persino un quartiere famoso per le decorazioni kitchissime dove il comune paga l'elettricita' e la gente fa la fila per entrare a vedere dove finisce il trenino che corre lungo il tetto e le statue del presepe fosforescenti... e io non ho voluto essere da meno e con 12 dollari ho sistemato una corona di rami di pino e fiocco rosso sulla porta e un buon paio di metri di lucine sulla finestra del portico. Ovunque ti giri c'e' una canzoncina natalizia che ti insegue, che se fai finta di non capire (perche' nove volte su dieci e' nascosta anche una pubblicita') ti puo' mettere anche di buon umore...
Luce ed io siamo partite alla ricerca di una scuoletta per gennaio, impresa molto ardua che mi fa capire come siamo fortunati noi in Italia con il welfare ereditato dagli inglesi e dai francesi... qua di pubblico non ci sono manco le elementari (dicono che in citta', infatti, per via della delinquenza, non hai scelta. a me sembra un tantino esagerato) e quelle che abbiamo visitato per il momento mi hanno solo fatto venire una gran rabbia -alcune costano 18.000 dollari per 9 mesi accademici, manco fossero Harvard- o una gran tristezza - asili per bianchi ed asili per neri, con attrezzatura e spazi corrispondenti. Vedremo. Per il momento Luce e' iscritta alla prossima sessione di Music Together, un posto dove fanno cantare i bimbi piccoli e gli insegnano a suonare tamburi, macarenas, pianole e chitarrine, un gran casino ma molto divertente!) e sta godendo degli ultimi giorni alla Co-op dove sua mamma invece sfigura quanto a produzioni culinarie per la festa di Natale... tutte le altre avevano preparato magnifici sacchettini a forma di Santa Claus con dentro biscottini mille gusti e mille fogge, io sono arrivata invece con "croissant mignon" -come li ho chiamati io facendo l'accento francese per impressionarle- che in realta' erano dei mostri informi di pasta sfoglia, appiccicosi per via della marmellata tutta bruciata intorno e avvolti nella carta stagnola!

Come al solito ho cercato di partire con pensieri profondi e sono scivolata nei racconti cazzuti. Ma forse e' cosi' che sta andando la nostra "nuova vita maericana", fra riflessioni, paure ed aspettative, ed una caccia al tesoro continua di cosa si nasconde dietro a tutto quello che pensavamo di sapere di questo nuovo paese e di noi e che invece ci fa cominciare da capo ogni volta.
Il tempo, intanto, corre come mai nella mia vita mi e' sembrato. Fra otto giorni, la sera dopo il mio primo compleanno in 32 anni passato lontano da Bianca, atterreremo a Torino pieni di cose da raccontare e regali da far vedere. Qua, nonostante tutto, ci manca tanto la nostra famiglia, i nipoti, e tutti voi.
Non vediamo l'ora di riabbracciarvi, davvero.

Un bacio grosso,

Elisabetta

domenica 27 novembre 2005

Tacchini e spelling

...Inghiottita dalla mia nuova vita nella casa della trentatreesima mi sono accorta che sono passate piu’ di due settimane dall’ultima volta in cui ho scritto e che nel frattempo si sono aggiunte talmente tante ciliegine sulla nostra bella torta che ho dovuto prendermi due appunti prima di iniziare a scrivere.
La nostra casa e’ completa, ripulita e confortevole. Tanto da ospitare nell’ordine gia’ una cena di sdebitamento con gli zii, un festino di inaugurazione con i sparuti amici che ci siamo fatti qua (piu’ qualche cinese collega di Lu che e’ arrivato un’ora prima a parlarmi un’inglese incomprensibile mentre preparavo) ed il primo ospite dall’Italia, mio cognato Giovanni, che si e’ sciroppato ieri in macchina un New York-Baltimore e ritorno in meno di ventiquattro ore!!!
Abbiamo inoltre passato il nostro (per me e per Luce) primo Thanksgiving in America, esperienza che di per se’ varrebbe un viaggio qua, visto che oltre ad essere l’apoteosi della magnata in famiglia -ma nel senso positivo del termine- a cui nessuno potrebbe rinunciare, e’ il festival piu’ nauseante e piu’ vergognoso del consumismo, essendo il giorno dopo il momento migliore dell’anno (chiamato il “black friday”) per fare acquisti nei grandi supermercati, con pratiche assurde tipo quella di aprire i negozi alle sei del mattino per l’”early burn” - con gente che dorme li’ davanti la notte prima! Noi piu’ pacatamente ci siamo sbaffati un tacchino enorme e svariate altre portate a casa degli zii ed abbiamo avuto la sorpresa di andare a dormire con la prima nostra neve nordamericana...
Ah, intanto, qua e la' vi metto gli interni della casetta.
A proposito di clima, fra le mie passeggiate i giorni scorsi nel campus della Hopkins mi sono piu’ volte imbattuta in disinvolti studenti con bermuda ed infradito -faccio presente che anche qua da una settimana e’ arrivato un gelo cane-, giustificato poi con il fatto che dentro gli edifici qua vige la regola del contrappasso per l’aria condizionata glaciale che c’e’ d’estate e che d’inverno produce invece sotto forma di enormi termosifoni un clima sahariano… al che’ ho quasi avuto pena per questi poveri studenti strapazzati da un America che sembra con questo fenomeno provare pure a governare la Natura, oltre che svariate altre cose umane...
Mezzo che mi fa sentire pienamente padrona della mia nuova vita e’ poi la nostra nuova macchina-usata, che mi porta in giro ormai da dieci giorni su strade ed autostrade come su un enorme tapis roulant, visti i limiti di velocita’ e la pecoraggine degli americani al volante… modello e marca non vi dicono niente -Saturn SW- , per noi e’ onesta, per gli americani un po’ sfigata (visto che trattasi di normale station wagon e non di van, mini-van, suv, sedan o pick-up e che ha pure il cambio manuale e non automatico), ma poco importa: noi sentiamo di aver fatto un grande affare, siamo divertiti di averla trovata casualmente dopo mesi di ricerche e ci sembrava abbastanza esotico il fatto di averla pagata una cifra piu’ che ragionevole a due ragazzi carini carini appena sposati che stanno per partire per un dottorato in botanica all’universita’ di Honolulu… vi alleghero’ la foto quando sara’ completata da un particolare truzzissimo che per ora non svelo ma che potere forse immaginare…
Dell’acquisto della tv sapete gia’ da Luigi, io vi aggiungo che girando un po’ sui 75 canali qualcosa di decente si trova anche, certo e’ che la quantita’ (e spesso la qualita’) di pubblicita’ farebbe innervosire anche Berlusconi e che e’ impossibile trovare un qualsiasi programma non made in USA… ammetto pero’ che Luce e’ molto contenta di aver ritrovato Play House Disney tale e quale, che con il dvd di Cinderella comprato l’altro giorno da Wall Mart fanno piu’ di una baby-sitter super-esperienziata!
Sono ormai lanciata nel mondo degli acquisti on-line ed ho scoperto con orrore che con il mio bancomat posso pagare ovunque -anche su internet- qualsiasi cosa, senza commissione e mille volte al giorno… dal pane al biglietto dell’aereo per tre, con massimale praticamente illimitato…(e' difficile quindi trattenersi, e cosi’ che qua si indebitano tutti, infatti) e sempre in tema di pagamenti, ecco perche’ ci era arrivato a casa una scatoletta con 500 assegni dalla banca… qua li usano per pagare tutto e specialmente le bollette, che ti arrivano gia’ con un foglietto da compilare con la cifra che vuoi pagare (perche’ puoi anche pagarne la meta’, se decidi che questo mese ti va di fare cosi’, vale lo stesso con le carte di credito) ed una busta pre-affrancata… dopo le prime esitazioni da italiana che ha paura addirittura a spedire una lettera per posta che non sia prioritaria, ti rassegni all’idea che qua funziona, ed in verita’ e’ molto piu’ comodo che andare in posta con le vecchiette…
Ecco un'altra foto di Luce e gatto Red, che poi e' una Lei (l'abbiamo scoperto dopo 3 settimane).

Non vi ho mai invece parlato di cosa facilita veramente la vita in America: aver imparato a fare lo spelling. "To spell" il proprio nome diventa indispensabile se sei straniero (come se loro c'avessero tutti nomi normali, ed e' per questo che serve, visto tutte le eccezioni di pronuncia dell'inglese), meglio se alla velocita’ di un razzo come fanno loro qua, perche' nessuno vuole mai perdere tempo. A scuola te lo inculcano in testa piu' delle poesie di Carducci (noi ci siamo puppati per due mesi esercizi tutte le sere della povera cugina Alessandra), tutti te lo chiedono e visto che qua fai tessere per qualsiasi cosa e diventi subito numeri di identificazione, codici e reference names, se non lo sai dire in fretta ed esatto, in particolare al telefono, sei finito. Nonostante questo abbiamo gia' ricevuto lettere con scritto Marchiomni, Girarda, Louigi...
Per un'altra cosa gli americani mi fanno tenerezza: quando fanno pasticci linguistici usando altre lingue oltre all’inglese (che di per se’ e’ ammirevole, visto che capita pochissimo)… specialmente ad uso pubblicitario: l’altro giorno ho mangiato una pizza al trancio da “Pizza Villa”, il cui slogan sul piatto di carta e sul menu’ era “Very villa, very pizza”!
Riallacciandomi al discorso delle lingue, non mi sono mai soffermata sull’esperienza linguistica che sto facendo e sulle difficolta’ che ho incontrato. Superata dapprima la lentezza del mio spelling, praticata un po' la scrittura dei numeri sugli assegni e compresa l'abitudine che all’inizio mi spiazzava del modo di salutarti delle cameriere, dei cassieri, dei custodi, e degli autisti che ti chiedono sempre “How are you doing today?” (che suona ormai con "un auarduiintudei") o “What’s up?” (se sei sfortunato) al posto di un normale "Buongiorno" -e che pretendono quindi una risposta tutte le volte-… direi che me la cavo abbastanza bene. Ho capito che ci sono alcune frasi che una volta che padroneggi bene ti servono, uguali, per un mucchio di situazione diverse, cosi’ come usare con scioltezza le preposizioni ed i piu’ comuni verbi tipo keep, get, come, work etcc.. Capire ormai non e’ piu’ un problema, e neanche esprimersi quando si parla del piu’ del meno, dell’Italia o di Luce… certo dire proprio quello che stai pensando in italiano e’ difficile molto spesso, per non parlare poi quando sei stanco la sera e hai di fronte un malefico cinese come i colleghi di Luigi o un texano di Dallas… vedremo quando dovro' cimentarmi con un lavoro... a proposito, questa settimana che viene provero’ a mandare i primi cv in posti da sogno (tanto vale partire dall’alto) e a visitare le prime scuolette per Lucina… speriamo di finire l’anno con un ultima buona notizia fra le due, almeno.

E con questo… vi rimando alla prossima puntata.

Un bacio!

Elisabetta

martedì 8 novembre 2005

Si ricomincia da Baltimore city

Con un brindisi allo champagne (Veuve Clicquot lasciato in frigo dai padroni di casa) ed un’unta cena cinese ordinata a caso cercando su internet si e’ finalmente concluso il nostro trasloco, durato effettivamente 5 mesi, partito con i primi caldi della luminosa estate triestina e passato dal porto di Istambul ed il garage di una villa stile Via col Vento nella verdissima periferia di Baltimore.
Non potete immaginare la sensazione che abbiamo provato a scartare le prime scatole, ritrovando l’odore della nostra lussuosa macchina del caffe’ e quello delle ciabatte di Luigi, gli scarabocchi di Luce, i bicchieri unti dalla salsedine presa sull’oceano, il narguile' di Nabil, il ricettario in triestino di Antonella e tutti i nostri libri, che dentro le fiammanti Billy comprate sabato scorso da Ikea le fanno quasi scomparire e formano sulla parete un mosaico coloratissimo… insomma, si ricompone il tanto sospirato quadretto e possiamo dire, dopo qualche mese di rodaggio, di partire per la nostra avventura in America con un buon punto di riferimento.
La nostra casetta vittoriana un po’ decadente ed un po’ country e’ molto piu’ bella di quanto avrei potuto prevedere, e anche se gli americani in genere questi posti urbani “antichi” li snobbano e li lasciano agli europei, ai pseudo-intellettuali (i vicini della casa di sinistra, ma lui potrebbe anche essere un militare reduce dalla guerra del Vietnam… per ora l’ho solo visto con delle innocue canne da pesca) ed ai gruppi di studenti della vicina Jonhs Hopkins University (i vicini di destra, la nostra padrona li ha definiti con un misterioso “ young professionals”, hanno anche una band ma mi sembrano piuttosto educati), a noi vivere qua fa gia’ comunque molto telefilm americano. Devo solo abituarmi alla vita di una citta’ americana che fino a pochi anni fa svettava in cima alla classifica dei posti piu’ pericolosi degli Stati Uniti e che in effetti intimorisce, spaventa, confonde. Siamo al limite di una zona elegantissima che confina con una malfamatissima, ma questo fa parte dei paradossi della societa’ americana, io per il momento esco di casa col passeggino e lo zaino senza apparire e faccio grandi sorrisi a tutti, giusto per non farci additare dalla neighbourood come quelli che non si vogliono integrare.

Sapete poi che gia’ da qualche giorno siamo possessori di una patente americana (fa un certo effetto esibirla come ID ovunque). Degno di nota rispetto a questo argomento –di cui peraltro ho gia’ scritto tantissimo- c’e’ solo che la foto su quella di Luigi e’ quanto di piu’ imbarazzante prodotto nella storia della fotografia mondiale degli ultimi anni, che si sono pure sbagliati a scrivergli l’indirizzo e che ci hanno fatto tornare due volte prima di farci fare l’esame… questo per confermare il dubbio sullo sfascio della famosa efficiente burocrazia a stelle e strisce, che a me personalmente ormai fa diventare isterica ancora prima di imbattermi in queste funzionare ottusissime che devono applicare regole non-sense… ma non devo troppo sputare sul piatto in cui mangio perche’ con un imprevedibile anticipo mi e’ arrivata la carta che mi autorizza a lavorare negli Stati Uniti, e cosi’ insieme alla driver’s license, al bancomat e libretto degli assegni con nome inciso, alla tessera di blockbuster e la membership dell’Acquario nazionale, mi ritrovo a possedere quasi piu’ attestati, riconoscimenti e permessi di Luigi…
Abbiamo poi passato anche Halloween, espletando la pratica obbligatoria del “Trick or treat?” con Luce vestita da Bugs Bunny nel quartiere vicino a casa degli zii, ci siamo riempiti di caramelle dolcissime e siamo rimasti un po’ delusi da una festa molto commerciale, un po’ macabra e a cui nessuno pero’ sembra voler rinunciare… mentre ci prepariamo al Thanksgiving fra due settimane, che pare sia la festa in assoluto piu' bella, forse perche' la piu' pagana di tutte (si mangia e basta!).Incominciano intanto a definirsi le nuove routine: stamattina dopo la colazione nella cucina che da' sul terrazzo di legno ed il piccolo giardino (a proposito, qua fa ancora caldissimo, si oscilla da giorni sui 20-25 gradi nel day-time), abbiamo salutato dal finestrone sotto il portico ricoperto di foglie rosso fuoco per la muta autunnale, Luigi che andava al lavoro.
Ha sceso le scalette verde pastello, ha salutato i vicini e si e’ allontanato lungo la trentatreesima.
Io e Luce siamo invece andati due blocchi da qua, al “Children of the World Co-op”, praticamente una ludoteca della Hopkins che funziona come una cooperativa per i figli dei ricercatori venuti dall’estero che non sanno dove fare giocare i propri bimbi, si sentono un po’ sprovvedute e hanno voglia di conoscere altre mamme straniere per sparlare un po’ degli americani –questa sono io!- ed infatti ho subito attaccato bottone con una danese con figlio unenne con cui sono poi andata a fare la spesa nel vicino Eddie’s market, una tata venezuelana con bimbo ispano-americano ed una giapponese molto americanizzata e molto fighetta. Il posto mi sembra molto accogliente, naturalmente con annesso piccolo parco giochi immerso in un boschetto, e dunque credo che mi registrero’ sicuramente per un paio di mattine a settimana, almeno fino a quando non avro’ trovato un lavoro. E finalmente anche Luce avra’ qualche ora dedicata solo a lei e potra' sbizzarrirsi con il suo baby-italo-inglese.


Mi fermo qua, vorrei raccontarvi di tutte le cose che mi fanno pensare, delle nostre vacanze in Italia a Natale, del trita rifiuti nel nostro lavandino, della tv e della macchina che dobbiamo assolutamente comprare questo w-e, del gatto Red che abbiamo ereditato dalla nostra padrona e che Luigi vuole assolutamente fare fuori… ma di nuovo sono stata lunghissima… spero di non avervi annoiato e v’invito a lasciare commenti se ne avete, qua sotto.

Elisabetta

Le foto degli interni della casa ve le mando quando ci sara’ almeno qualche quadro appeso… vi faccio sospirare…

domenica 23 ottobre 2005

Verso casa


Ho deciso di smettere di fare la piagnona e di “complaint about everything” come dicono qua, e rendere di gran lunga la nostra (soprattutto quella di Lugi) vita piu’ leggera.
Intanto voi siete li’ che lavorate e io sono in vacanza da mesi. Questo di per se’ dovrebbe farmi vergognare di aver lamentato tanto il mio fancazzismo. E poi siamo ad un passo (due settimane dal trasloco del nostro mucchietto di roba Triestina nella casa della tretatreesima) dal toccare con le mani il nostro sogno e non voglio certo rovinarmi questo periodo di “warm up” per colpa della xenofobia degli americani, dell’isolamento –sebbene fisico e culturale- che ho provato in certi momenti e della subdola nostalgia di Trieste e dell’Italia che neanche il piu’ consumato degli emigrati puo’ cacciare via… certo permane il senso di inadeguatezza di fronte a certe cose –e soprattutto a certe facce: gli americani fanno smorfie per tutte le cose, usando sempre le stesse espressioni- e l’impotenza verso alcune decisioni inaccettabili (ma perche’ non ci danno la carta di credito? Abbiamo un conto qua e due in Italia, una Visa italiana ed un fior fiore di datore di lavoro… niente, di noi non ne vogliono sapere, sempre per sta benedetta credit history) ma sono piu’ di due mesi che siamo qua ed e’ gia’ un’esperienza che possiamo raccontare… “altro che!”, direte bene voi che vi sorbite da settimane questo blog lunghissimo… se mi fermo un secondo a pensarci e’ davvero una gran fortuna.
E poi Luce nelle ultime settimane ha fatto un salto incredibile, sembra che si sia sintonizzata sul canale dei grandi. Perche’, oltre a praticare il wrestling tutte le sere prima di andare a nanna, capisce, parla –e sparla- a proposito, imita, chiede, riconosce -grazie al suo amichetto Elmo- numeri (per lei i “rummi”) e lettere con precisione e soprattutto, cosa che ci ha spiazzato di piu’, ha imparato prenderci in giro! Che fosse furbetta l’avevamo gia’ sospettato, ma adesso, sara’ il bombardamento di stimoli diversi e contraddittori (ma perche’ la stessa cosa si puo’ dire con due parole?) o sara’ la mia costante ed ingombrante –in tutti i sensi- presenza, il nostro piccolo angelo biondo e’ proprio una personcina…

Ieri poi abbiamo passato un’allegra giornata a casa di una coppia di artisti italo(lei)-americana(lui) con figlio caffe’latte che davano un farewell party per un altro ragazzo italiano che lavora con Luigi e gli invitati erano quasi tutti gli italiani che gia’ vediamo alla serata italiana del martedi’… insomma, questo tripudio di italianita’ che sta incominciando a mancarci ed il tuffo in una normale serata fra amici come ne abbiamo passate migliaia nella nostra vita (precedente) ci ha risollevato umore e prospettiva di socializzazione… la gente che e’ qua ha tutte storie diverse da raccontare, tanti sono proprio come noi, fanno i nostri stessi lavori (piu’ quelli di Luigi, a dire la verita’), chi da sei mesi chi da sei anni, chi si e’ sposato con un americano, chi ha una fidanzata in Spagna conosciuta qua, chi vorrebbe tornare, chi fa di tutto per rimanere… ma tutti possono capire e condividere le mie stesse identiche impressioni di fronte all’esperienza che ciascuno per un motivo diverso ha scelto di fare e con lo stesso gusto, prima di imboccare un’autostrada a sei corsie costellata di luci di Mac Donald’s ed affollata di pick-up, finire la festa cantando le canzoni di De Andre’ e De Gregori alla chitarra o sparando cazzate…
Stiamo sempre cercando una macchina e studiando per la patente. Venerdi’ abbiamo avuto il test che ha provato la nostra partecipazione al corso on-line per la prevenzione dell’abuso di alcol e droga alla guida: questi americani sono dei veri bacchettoni al riguardo, altro che proibizionismo… e poi sono proprio gaggi: il test era identico a quello che c’era sul corso on-line ed identico a quello di tutti coloro che lo stavano facendo in quel momento intorno ad un grande tavolo tipo cenone di Natale, io e Luigi lo abbiamo fatto insieme parlando allegramente e nessuno ci ha zittito… questo pero’ mi ha fatto capire che il senso civico di un americano medio e’ ben piu’ alto di quello di un italiano… loro si fidano semplicemente perche’ un americano non arriva al test impreparato, soprattutto su una cosa cosi’ socialmente importante come l’abuso di alcol e droga. E questa manifestazione di fiducia da parte dell’autorita’, sempre per dirla alla Severgnini, finirebbe per far comportare onestamente anche il piu’ furbo degli italiani… mentre mercoledi’ prossima dovremo dar prova pratica agli americani che anche in Europa si guida sulle macchine e di solito anche molto meglio…
Nel frattempo -botta di vita della settimana passata- ho assaporato il gusto delle mani di un dentista americano perche’ –da vera sfigata, visto che sono l’unica della famiglia a non avere un’assicurazione sanitaria dentale- il mio terzo dente del giudizio ha deciso di spuntare tutto storto sotto la gengiva proprio adesso e si e’ reso indispensabile toglierlo velocemente di mezzo.
Luigi ha avuto ben 54 visitatori suo suo sito ad oggi e non sapete come questa cosa lo riempia di orgoglio, continua ad alzarsi tutte le mattine alle cinque con lo zio chirurgo ed e’ discretamente annebbiato la sera quando io lo assalgo di dubbi, aspirazioni e richieste di portarmi all’Aichiiia (Ikea) locale. Ma sa in realta’ che per il momento e finche' non saremo a casa nostra, basta trasportarmi a mangiare una bella torre di pancakes con panna il sabato mattina per recuperare il buonumore, magari nel Cafe’ che abbiamo appena scoperto adiacente al museo di arte moderna, immerso nel parco a cinque minuti dalla nostra futura casa e pieno di sculture di donne nude grasse che a Luce ricordano tanto la mamma fuori dalla doccia!

Per il momento questo e’ tutto. Le foto di ricordo ci sono e vi bacio tutti.
See you then…
Beta

venerdì 14 ottobre 2005

Una battaglia persa

Inauguro il primo posting di questo blog, che fa figo da matti!!! Qua ce l’hanno tutti… aggiungeremo via via un po’ di cose (ci sono le email vecchie, divise per data e titolo), per ora di veramente cool c’e’ solo il nuovo sito personale di Luigi alla JH! (link qui a fianco).

Pensavamo di aver sconfitto per sempre la burocrazia americana con l’arrivo del social security number ed invece eccoci di nuovo investiti da un’ondata di application, forms, dinieghi, sovrattasse… e per conquistare la bramata liberta’ circolatoria (la macchina) ci siamo passati un’altra settimana demenziale in giro fra car dealer, banche per il prestito e agenzie di assicurazione, senza per altro cavarci nulla, visto che continua a mancarci la cosa piu’ importante: la patente americana. Il nostro straccetto rosa (che ha fatto ridere per un’ora il nostro amico concessionario Kelvin quando Luigi l’ha tirato fuori dal portafoglio, non ci poteva credere che non fosse come quelle che hanno qua –tipo carte di credito- e che esistono cosi’ credo da almeno vent’anni) non vale assolutamente nulla e di conseguenza nessuno ci fa un loan per comprare una macchina ne’ tanto meno un’assicurazione, che comunque anche dopo ci costera’ come un neopatentato di sedici anni – ci hanno chiesto anche 4800 dollari all’anno-, piu’ la presa per il culo di massimali che arrivano a mala pena a 300 mila dollari… insomma, di questo nessuno ci aveva avvisati e sembra proprio che dal caro assicurazione non ci sia scampo.

Quindi ci stiamo preparando bravi bravini all’esame per l’agognata Maryland driver’s licence, che se manchiamo ci spariamo e che non bisogna sottovalutare dato che alcune regole d’uso che a noi potrebbero sembrare assurde qua sono prese molto sul serio... Tanto per farvi degli esempi, cito (testualmente) dal libro che ti mandano a casa.
Attenzione alla Distracted Driver Sindrome: le cause possono essere compiere una di queste azione mentre si guida: mangiare e bere, truccarsi, radersi (!), intraprendere conversazioni intense, complicate e stressanti al telefono o coi passeggeri, leggere il giornale mentre si guida. Alcuni rimedi per evitarla: se siete per esempio tentati dal leggere documenti di lavoro mentre guidate, metteteli nel baule prima di incominciare il viaggio. Altri comportamenti sanzionati: fare le boccacce e le facce strane ad altri guidatori, indossare occhiali da sole di notte mentre guidi. Non fidarti del guidatore davanti a te e non seguirlo se compie infrazioni. Se stai attraversando un passaggio a livello, ti si ferma la macchina e sopraggiunge un treno, esci dal veicolo in fretta. Il tutto fa parte del programma per l’esame.
In piu’ ti fanno un super-noiosissimo corso per la prevenzione dell’abuso di droga ed alcol alla guida (che qua effettivamente e’ un problema serio…). Ma poi qua ci sono anche cose impensabili per noi, tipo la patente a sedici anni (ma il permesso di bere in pubblico a 21), i 4-stops crossing, dove la regola e’ che si devono fermare tutti e ha la precedenza chi arriva per primo allo stop, vale il sorpasso da tutte le due parti in autostrada e al semaforo rosso puoi girare a destra tranquillamente…

Sempre in tema di motori (scusate, mi rendo conto di avere una vera e propria ossessione in questo periodo), rimane lo stupore di fronte a certe ingegnose idee per evitare al massimo la discesa dalla macchina quando si devono fare le commissioni. Guidando si puo’ nell’ordine: spedire la posta, ritirare al bancomat, depositare un assegno, portare a risuolare le scarpe (fatto oggi), prendere un film da blockbuster o ordinrae un hamburger (questo sembra ovvio, ma sul retro di Mac Donald’s ho visto per la prima volta un rullo meccanizzato al posto di una persona), il tutto grazie a spaziosi tempietti drive-in tipo benzinai, disseminati ovunque nelle citta’... per non parlare poi dei carrelli elettrici -tipo quelli del golf- nei supermercati per le donne troppo vecchie o troppo grasse (le utilizzatrici piu’ assidue, in realta’) per girare tra i corridoi lascivamente seduta, con tutto il tempo per scegliere fra i 50 tipi diversi di cereals. Prima o poi mi faro’ fare una foto anch’io li’ sopra. E poi ti chiedi perche’ sono cosi’ grassi o cosi’ maniaci dei fitness centre in casa…
In tutto questo la privazione della macchina potete immaginare come si fa pungente!!!

Con le difficolta’ pratiche ci si e’ messo pure il tempo che adesso e’ finalmente ma prepotentemente autunnale –nebbiolina-umido-cielo grigietto, mentre per i prossimi mesi ci aspetta il famoso “foliage” quando tutte le foglie cambiano colore prima di cadere, ma anche le prime nevicate, le tempeste di ghiaccio che a detta degli italiani sono davvero imperdibili, le invasioni di cavallette piu’ verso la primavera (pare che due anni fa non riuscivi ad aprire la porta di casa dallo strato di cavallette morte o brulicanti sul giardino…vrrrrr! )
Baltimora inoltre mi sembra una citta’ assolutamente da scoprire, per nulla scontata e multicolore, in tutti i sensi. E poi soprattutto e’ una citta’ in transizione, come lo era Torino quando siamo venuti via e lo e’ stata Trieste in questi ultimi anni. Tutto sta per essere o e’ appena stato rifatto, ristrutturato, riconvertito. Vuol dire che siamo destinati.

Fra due settimane se tutto va bene pero’ saremo nella nuova casa ed io mi sentiro’ una donna nuova. Organizzero’ l’ennesimo trasloco da sola visto che Luigi ormai e’ un tutt’uno con il suo computer ed il collega cinese della scrivania di fianco, ma almeno posso ritornare ad essere la graffiante donna che gestisce persone, scatole e mobili e si sente utile se non al mondo, almeno alla propria famiglia. Basta con la condizione da donna-ombra e con orari da pensionata, mentre il marito ha guadagnato dieci anni in meno con la frequentazione dell’universita’ e delle gnocche di ogni genere che la popolano!
Luce nel frattempo (mi sento in colpa perche’ non parlo mai di lei) e’ diventata una bambina-marsupio (tra i pochi effetti indesiderati di questa simbiosi), e io che pensavo crescesse indipendente ed emancipata… sono bastate poche settimane! Ma in compenso parla italiano, qualche parola di inglese e molte lingue inventate, e’ brava brava per dormire e mangiare, si e’ americanizzata alla grande tipo non beve acqua se nel bicchiere non ci sono almeno 4 cubetti di ghiaccio, mangia il formaggio solo se e’ string-cheese, ovvero quello che si mangia tipo la banana, a tubetti fatti di striscioline tutte attaccate… e al ristorante pretende subito quaderno per disegnare e pastelli (che qua ti danno ovunque insieme al kids’ menu, una bella idea che dovrebbero copiare in tutto il mondo…).
Io sono stata un po’ abbattuta queste ultime settimane, ero entrata in una specie di “loop negativo” dovuto all’isolamento, la nostalgia, l’impotenza di fronte a certe piccole e grandi difficolta’, le preoccupazioni di non sapere cosa ci aspetta… ma mi sto riprendendo e per citare mia sorella, l’unica salvezza nei momenti di sconforto e’ non perdere mai la “Big Picture” , ovvero il motivo per cui siamo venuti qua, e che in effetti per il momento mi riempie solo di fierezza e non ancora di pentimento!

Un bacio a tutti

Ps. Questi gli amici che ci siamo fatti qua… gli italoamericani alla parata per il “Columbus day”… fantastici!

giovedì 29 settembre 2005

Forse una svolta

Chiudiamo questa settimana con tre grandi notizie: dal primo di novembre ci dovrete immaginare in una casetta vittoriana tutta nostra, abbiamo finalmente il social security number per cui possiamo procedere con tutti gli acquisti in sospeso, primo quello di una macchina, e grazie ad un certo Tim, cervellone dei computer molto timido e modesto, ho recuperato tutti i miei dati!!!

La decisione di affittare la casetta che ci piaceva tanto (quella della coppia americano-nepalese) ma che e' un po' cara e' stata affrettata da una serie di considerazioni… e ci e' venuta voglia di trovare un nostro "nido", anche se dovremo fare un bel po' di sacrifici (prima cosa che salta: lo shopping!), con tutte le spese che ci aspettano per lo start-up. Pero' la casa e' proprio bellina, e' in citta' vicino a parchi e musei, il quartiere interessante (da tutti i punti di vista...), i padroni di una gentilezza quasi imbarazzante … vi allego il l'annuncio cosi' vi rendete conto.

Devo ammettere che la prospettiva mi ha tirata su' di morale, perche' mi ero lasciata andare ad un po' di sconforto/solitudine/noia/malinconia/checcifaccioquaio/lucesistacomplessandoastaresempreconmenellavillonaisolata… a tratti interrotta da qualche evento (siamo perfino andati al cinema una volta), come un'altra avventura per le strade di Baltimora, la sera ovviamente e in zona malfamata (e' difficile non imbattersi in una): io che guido su Subaru dello zio con Luigi e Luce semiaddormentati dopo la pizza con gli italiani, non mi fermo ad un rosso in strada tranquilla e neanche quando una macchina improvvisamente dietro di me attacca sirena e lampeggianti (pensavo fossero per lo spacciatore all'angolo e ho anzi cercato di telare il prima possibile)… la suddetta macchina mi supera ai 200 all'ora e si mette di traverso davanti a me, facendomi inchiodare. Esce energumeno nero con rivoltella ben in vista nei pantaloni, mi accorgo che e' un poliziotto ed e' incazzatissimo, mi fa un culo quadro e mi prende in giro urlando, poi quando balbettando riesco a dirgli che siamo europei venuti per lavorare alla Johns Hopkins cambia espressione e mi dice che loro per politica non danno multe a medici ed infermiere (perche' sono quelli che gli tolgono le pallottole dalla pancia dopo le sparatorie nei bassifondi) e ci lascia andare… per fortuna ci siamo fatti una risata ma ho imparato che non c'e' davvero da scherzare con sti qua, la regola e' occhi bassi e profusione di "yes sir!" e "I'm sorry"….

E cosi' passano le nostre giornate, io mi occupo di Luce seguendola in tutte le sue funzioni gioco-pappa-nanna- a scelta dvd Sleeping beauty/dvd Pooh and the Heffalumps, faccio bucati solo per usare l'asciugatrice, vado in bici al supermercato, dormo e leggo tantissimo. All'attivo ho -e ve li consiglio tutti-: il libro di un italiano che si trasferisce in America -Severgini, quello di un inglese che si trasferisce in Italia –T. Jones, quello di un torinese che parla di Torino –Culicchia (grazie Pau!), un altro di un inglese che perde la figlia al supermercato – Mc Ewan- ed infine Chatwin con un bel "What am I doing here?"… e guai a chi intravede un pallido condizionamento da un certo filone narrativo (che si puo' comunque sintetizzare nella triade "emigrazione, riscoperta delle origini e senso di precarieta'"…

Luigi da parte sua sta diventato sempre piu' nerd ricurvo sul computer, fra qualche giorno avra' pure un sito web personale che provvedero' a diffondere e chissa' che non ci sia spazio anche per un blog vero e proprio, gli hanno dato il primo assegno dello stipendio che, tra le varie ritenute per tasse federali e statali, riporta anche la voce "FICA" che -per fortuna mia- per lui e' pari allo 0%! …
bisognerebbe suggerire a Fazio e Tremonti di introdurla come tassa, sai quanti soldi all'erario… continua infine, notizia per i piu' accaniti nemici delle sigarette, la nostra astinenza dal fumo e siamo anche fieri di essere dimagriti (io in verita' solo di qualche etto, ma di per se' e che con quello che si mangia qua e gia' incredibile!!!

Ottobre passera' dunque fra tante cose da fare, ancora burocrazia per l'affitto, le assicurazioni, le bollette (a proposito, qua dopo Katrina si prevede un aumento del costo del gas/gasolio del 100% che con il picco del mercato immobiliare mai verificatosi prima qua a Baltimore ci fa pensare che e' stato proprio l'anno giusto a decidersi a venire!) e mi viene solo male a pensarci, ma almeno avremo -spero- un macchina per scorrazzare sulle parkway e tante idee per la nostra nuova vita che sta incominciando a mettere piano piano le radici…
anche se mi fa gia' solo impressione a pensarci.

Scusate come al solito per la prolissita'.
Mi mancano Trieste, Torino e tutte le vostre facce.
Vi bacio tutti e vi rimando al prossimo messaggio!

Beta

martedì 20 settembre 2005

Data recovery

Carissimi tutti,

riprendo questa sorta di blog dopo un po' di tempo per via dello sfasciamento del mio computer causato dalla vostra amichetta biondastra con gli occhi marroni che ha portato alla sostituzione dell'HD e conseguente perdita di tutti i dati… (a tal proposito forse vi chiedero' di rimandarmi alcune delle vostre email significative, sapete quanto sono feticista) non sono ancora del tutto ripresa dal lutto, ma desidero ricominciare le routines che in queste settimane mi sono mancate molto, come peraltro mi mancano tante altre cose da quando siamo in terra straniera.
Parentesi malinconica.
Riprendo fiato. Novita' grosse non ne abbiamo, se non che dopo aver visto un po' di case, mediamente care e mediamente brutte e non aver assolutamente capito quale e' la zona migliore di Baltimore dove andare a vivere, abbiamo individuato una casetta vittoriana carinissima in un area che nessuno per ora ci ha sconsigliato apertamente, fra il ghetto dei ricconi wasp e quello dei poveracci afro-american, molto particolare e di proprieta' di una giovane ecologa di Washington e di suo marito nepalese. Vi faro' sapere gli sviluppi.

Nel frattempo gli zii hanno ci hanno riaffidato per 9 giorni la loro mansion per un viaggio in Belgio ma questa volta con inclusi i loro figli, da accudire, cibare, portare ogni giorno a scuola-pattinaggio-danza in cambio di un'intera settimana di macchina a disposizione, cosa che sapevano mi avrebbe fatto sbavare! Ho pertanto giocato a fare la mamma americana ma sono stata scambiata per polacca (probabilmente tata) e goduto fino all'ultimo centilitro di benzina (letteralmente, leggete piu' avanti)… infatti non abbiamo ancora una nostra Marchionni-mobile che senza il famoso SSN (che ovviamente non e' ancora arrivato) non possiamo neanche desiderare passando davanti al concessionario. In compenso pare ancora estate, sempre con aria condizianata a palla ovunque come la migliore tradizione americana insegna, gli scoiattoli in giardino che si riparano all'ombra e i individui pallidi e sudati che nel tardo pomeriggio fanno jogging nei vialetti qua intorno.

E' passato anche il compleanno di Lucina, fra una gita in Pennsylvanya a cercare gli Amish e un risotto alla milanese + barbecue in giardino per la sera, finita allegramente con torta burrosissima della zia Karen e tanti regali provenienti ovviamente da due sole persone che facevano finta di essere dieci…

Luigi continua a fare il fighetto nel covo di premi nobel in mezzo a chirurghi verdi ed infermiere invece supervariopinte, adesso si e' pure iscritto a due corsi all'universita' e fa l'amicone coi professori… ha poi trovato un certo Vlad, rumeno, ed inspiegabilmente granata che sta da qualche parte qua nel Maryland e vorrebbe fondare un Toro fans club (non scherzo) con lui!
Il picco di avventura invece mia e di Luce e' stata ritrovarsi con la macchina dello zio ferma ad un incrocio nel bronx di Baltimore senza benzina, per fortuna abbastanza vicina dall'ufficio di Luigi (che non c'era ovviamente) dove i suoi colleghi cinesi e svizzeri secchioni mi hanno accolto, tutta sudata e con la pupa che dormiva in spalla, con un sorrisetto di circostanza… Sopravviviamo infine anche all'astinenza da televisione -che e' sempre a riparare- ed io, pur di guardar
qualcosa, la sera mi metto il tg1 in streaming dal sito di rai.click…

L'America intanto continua a non farsi scoprire: "uno dei segreti meglio custoditi al mondo" come dice Severgnini, perche' appena esci dall'aeroporto ti sembra di conoscere gia' tutto per via del bombardamento di notizie americane e invece via via che passa il tempo ti accorgi che e' molto piu' lontana e sfocata… Sto acquisendo sicurezza su certe costanti della societa' americana (la macchina –quelli che ti affittano le case ti dicono subito se puoi parcheggiare davanti al portone e se gli chiedi se ci sono "shops" nei paraggi ti indicano il mall sulla tangenziale-, le regole e annessi formulari per tutto, le confezioni extra-large di ogni genere cibario, la totale mancanza di conformismo, almeno a quello a cui siamo abituati noi) mentre ancora non so come prendere i singoli a tu per tu, talmente e' diverso l'understatement, l'ironia, il modo di essere gentili.
A me che piace commentare tutto, forse con una certa "supponenza europea", tocchera' fermarsi ad osservare silenziosa anche perche' –istinto di sopravvivenza- qua se fai troppo l'eccentrico intellettuale ti escludono subito (ehhh, i consigli di Anna!), quindi meglio provare ad omologarsi (questo fa parte dell'esperienza culturale, no?) e divertirsi un po'!

Un bacio a tutti e scrivetemi… anche solo per cancellarvi dalla mailing list!
Beta

ps. di seguito esempio di come ci si abitua in fretta, anche in tenera eta' e con entusiasmo, alla shopping-mania dilagante in America...

mercoledì 31 agosto 2005

L'immigrata ed il Dr. Carter

Carissimi,

archiviata l'operazione "container sicuro" con la creazione di un piccolo Trieste Corner nel garage di Villa Forrester, abbiamo appena cominciato a divertirci con la burocrazia americana...

Come forse qualcuno sa, in America non sei nessuno se non possiedi un social security number, non hai la driver's licence e non hai la carta di credito. Per uno straniero e' difficilissimo fare tutte e tre le cose, impossibile farle contemporaneamente.... ed ovviamente noi non possederemo nessuna delle tre cose almeno per un altro mese... poco importa se questo famoso numero pero' non lo chiedessero tutti (me lo hanno chiesto anche per fare la Gap card), che senza patente americana non possiamo fare un'assicurazione e che senza carta di credito americana (quella italiana -il circuito e' lo stesso- non se la cagano minimamente) non possiamo neanche comprare un cellulare -neanche pagando cash, qua ti chiedono 800 dollari di cauzione per avere diritto ad un numero!
...e poi bella bella parlo a plurale ma io in realta' non posso fare assolutamente NULLA col visto che ho: una social security card tutta per me per il momento non se ne parla, figurati sognarsi di lavorare... devo chiedere l'autorizzazione all'Ufficio naturalizzazione degli Immigrati del Governo e poi si vedra' se me la danno, fra 80 giorni... nel frattempo non ho nessun diritto... gia' grazie che mi hanno permesso di seguire il marito dall'Europa zitta e muta.... vabbe', esercitero' tutta la mia pazienza e mi inventero' qualcosa da fare... fra la ricerca di una casa (vi aggiornero' piano piano anche su quello, oggi ho deciso i due luoghi dove orientero' ricerche e faro' le ronde), di un asilo per Luce e la quotidiana lotta per la sopravvivenza di fronte ai cheesburger e i predicatori via tv, magari metto su un corso di Italiano con le vicine ricche della zia Karen e mi faccio pagare sotto banco!
Un'altra palla pazzesca (ed inconcepibile per un europeo) e' il fatto che per avere diritto a comprare qualsiasi cosa a rate (nel nostro caso una macchina) devi avere una "credit history" e cioe' aver gia' avuto dei debiti... se hai sempre pagato cash tutto quello che hai comprato, niente, te lo scordi... devi aspettare di raccimolare a forza di pagamenti con la Visa uno "score" decente di debitore solvente in questo paese... ma vi rendete conto?
Comunque, a parte le assurdita' burocratiche (che da qualche parte avranno pure dei principi che le sorreggono, che ora ci sfuggono) devo ammettere che certe cose fanno davvero piacere: per esempio abbiamo un conto in banca anche senza aver versato un dollaro, e ci forniranno, se vogliamo, un libretto con gli assegni personalizzati con Duffy Duck - lo stesso e' toccato anche allo zio neurochirurgo di fama mondiale. Dal concessionario dove siamo stati ieri tutto il pomeriggio a decidere se comprare un van Crysler voyager rosso fuoco del 2000 -sfigatissimo- ed una berlina Toyota accord del 2001 -inguardabile- c'era tanto di Kindergarden e baby sitter a disposizione di Luce. Tutti i bambini handicappati, senza distinzione di ceto, hanno un pulmann giallo come quello dei cartoni che li va a prendere davanti a casa per portarli a scuola, e le macchine si fermano dai due lati della strada anche se l'handicappato scende da un lato solo. Oggi siamo stati in un parco in centro che ha i giochi per bimbi piu' belli e piu' ingegnosi che abbia mai visto! La gente e' mediamente molto carina e disponibile (a parte gli alienati, ma quelli ci sono dappertutto) e si sforza di venirti incontro in tutti i modi, anche se ogni tanto e' lontana mille miglia dal tuo modo di vedere - che ridere, ieri la manager della banca ci ha chiesto tutta sorridente e premurosa, mentre stava compilando i moduli, se il "middle name" di Luigi era Milan, ovvero la citta' dove ci hanno rilasciato il visto... non c'entra molto col discorso ma io ho riso per dieci minuti!

E poi fra un racconto e l'altro non vorrei perdere di vista il motivo per cui devo subire (od ho il privilegio di provare, fate voi) tutto questo: Luigi, con il suo magnifico badge foto-munito con tanto di affiliazione come MD + PhD al Dipartimento di Oncology della Johns Hopkins Medicine, da domani lavorera' insieme a Carter ed il Dr. Green in un posto fighissimo dove nei corridoi al posto del poster dell'Avis c'e' la foto del Premio Nobel che ha l'ufficio piu' avanti...

ed io sono in VACANZA, cioe' a fare la mamma di una bimba che mi fa impazzire (dall'amore e dal ridere) e nella mia giornata-tipo tutt'alpiu' dovro' scegliere in quale Mall andare a far spese (per ora in bici)... a proposito: il discorso shopping merita poi un capitolo a parte, qua ci sono dei posti che farebbero vacillare anche Bertinotti quanto a tentazioni...
Nel frattempo vi bacio tutti e spero di non avervi annoiato! Ancora scusa e scusa per l'emal cumulativa, non ce la faccio a rispondere a tutti, se volete vi potete introfulare su Skype mentre chatto con Bianca al mattino (vostro primo poemriggio. login: elisabetta.girardi) o aspettare pazienti che avremo la connessione internet in camera. Ma datemi vostre notizie, vi prego, adesso scrivetemi voi!

Beta

Ps. In allegato Luigi che fa il figo ed io e Luce alla scoperta del fantastico mondo americano dedicato all'infanzia (mi manca per ora una foto dove invece io e Luce prendiamo meste la metropolitana in mezzo alle gangs di Baltimore). Luce, come si vede dalla foto, gode tra l'altro di ottima salute, si e' riappropriata del suo lettino, per ora fugge dalle schifezze cibarie ed usa gia' con disinvoltura il Bye-bye e l'Hello'!

mercoledì 24 agosto 2005

Parchi e container

Ragazzi,
per chi mi ha chiesto ancora notizie, la nostra avventura prosegue, oggi per esempio ho litigato tutto il giorno con un certo Mr. CONO BUCOLO (qual e' il nome? quale il cognome? da dove viene, visto che parla un inglese incomprensibile?) dell'agenzia che si sta occupando del nostro container mentre eravamo a fare una delle cose piu' americane fatte fin'ora - un po' me ne vergogno ma era per Luce...: passare la giornata (dopo un'ora di autostrada a sei corsie) al Six Flags America Amusement Park: kilometri e kilometri quadrati di piscine, scivoli, rollercoaster, trenini, cascate, pirati ed ogni genere di shopping specialmente quelli di lecca lecca-schifezze da mangiare-cose inutili!!!
Luigi ha fatto montagne russe di ogni modello (quelle da sdraiato, quelle con le gambe a penzoloni, quello classico che scende in picchiata da in altissimo), io mi sono tolta la voglia delle famose Boardwalk Idaho potatoes french fries e Luce si e' divertita a girare in enormi tazze da te' e a sparare palline dentro una specie di circo insieme a bambini di tutte le razze ed i colori.
Altra cosa degna di nota: girovagare veramente dentro la realta' americana ti fa scoprire molte cose di te e del nostro meraviglioso paese ma soprattutto ti fa sentire... magrissima!!! Qua meta' della gente e' sformata, enorme, immoralmente obesa... e' quasi contro natura vedere cosi' tanti giovani, vecchi, neri, bianchi, ricchi e poveri larghi da un metro in su' (e anche alti, ma dove sono gli americani fighi di due metri dei telefilm?) e talmente molli che ti verrebbe di stargli vicino per tenerli su'. Siamo sconvolti davvero, dall'ultima volta che sono stata qua e' pazzesco quanto e' aumentata la percentuale: uno su due!

Per finire vi comunico che siamo gia' accreditati presso due mega-supermercati della zona (per chi non ci e' mai stato: visitarli e' un'esperienza culturale indimenticabile!), abbiamo l'appuntamento per fare la patente americana, mangiamo carne sul barbecue di casa tutte le sere e continuiamo a sentirci ancora molto fuori luogo.

Chi vuole ancora foto e non si arrabbia se intaso l'account, me lo faccia sapere che ne ho a bizzeffe!
Un bacio grossissimo,
Beta

martedì 23 agosto 2005

Veramente in America

Ciao a tutti!
Un rapido aggiornamento per chi e' curioso di sapere dove siamo finiti...
Intanto siamo veramente in America (le foto di seguito ne sono una prova) e stiamo molto bene!

Per il momento staremo ospiti degli zii di Luigi che hanno una casa tipo quella dei Forrester di Beautiful (abbiamo contato 29 stanze - vedere ultima foto per colpo d'occhio della facciata) dotata di ogni comfort ed immersa in un verde accecante. Di Baltimore per ora abbiamo capito bene le zone dove non passare neanche per sbaglio (praticamente tutta la downtown compresa in un cerchio che potrebbe andare da Auchan a Mirafiori - o da Muggia a Duino), eccetto qualche piccolo quartiere molto trendy (dove ieri siamo stati a cena dal capo di Luigi), ma che in compenso l'anello esterno e' meraviglioso, dove bellissime casette vittoriane, georgiane e coloniali sono appoggiate su dolci colline verdi e tutto e' molto piu' l'America che mi aspettavo (mentre quella del centro e' un misto fra un film Spike Lee e tutti i polizieschi violenti degli ultimi 20 anni - li' il 99 per cento della popolazione e' nera e decisamente incazzata!).
Abbiamo poi scoperto che intorno nella County ci sono posti addirittura vecchi di duecento anni tipo Annapolis (dove le due foto sono state scattate) che e' davvero un gioiellino - per di piu' capitale della vela e sede dell'Accademia navale.
Luce ci chiede sempre piu' spesso: "andiamo a casa?" ma sta benone mentre noi oggi cercheremo di sbrigare due pratiche importanti: ottenere il social security number e portare a casa il nostro container attivato ieri da Trieste!!!

Una bacio grosso a tutti dai vostri Beta Luigi e Luce