
Ho deciso di smettere di fare la piagnona e di “complaint about everything” come dicono qua, e rendere di gran lunga la nostra (soprattutto quella di Lugi) vita piu’ leggera.
Intanto voi siete li’ che lavorate e io sono in vacanza da mesi. Questo di per se’ dovrebbe farmi vergognare di aver lamentato tanto il mio fancazzismo. E poi siamo ad un passo (due settimane dal trasloco del nostro mucchietto di roba Triestina nella casa della tretatreesima) dal toccare con le mani il nostro sogno e non voglio certo rovinarmi questo periodo di “warm up” per colpa della xenofobia degli americani, dell’isolamento –sebbene fisico e culturale- che ho provato in certi momenti e della subdola nostalgia di Trieste e dell’Italia che neanche il piu’ consumato degli emigrati puo’ cacciare via… certo permane il senso di inadeguatezza di fronte a certe cose –e soprattutto a certe facce: gli americani fanno smorfie per tutte le cose, usando sempre le stesse espressioni- e l’impotenza verso alcune decisioni inaccettabili (ma perche’ non ci danno la carta di credito? Abbiamo un conto qua e due in Italia, una Visa italiana ed un fior fiore di datore di lavoro… niente, di noi non ne vogliono sapere, sempre per sta benedetta credit history) ma sono piu’ di due mesi che siamo qua ed e’ gia’ un’esperienza che possiamo raccontare… “altro che!”, direte bene voi che vi sorbite da settimane questo blog lunghissimo… se mi fermo un secondo a pensarci e’ davvero una gran fortuna.
E poi Luce nelle ultime settimane ha fatto un salto incredibile, sembra che si sia sintonizzata sul canale dei grandi. Perche’, oltre a praticare il wrestling tutte le sere prima di andare a nanna, capisce, parla –e sparla- a proposito, imita, chiede, riconosce -grazie al suo amichetto Elmo- numeri (per lei i “rummi”) e lettere con precisione e soprattutto, cosa che ci ha spiazzato di piu’, ha imparato prenderci in giro! Che fosse furbetta l’avevamo gia’ sospettato, ma adesso, sara’ il bombardamento di stimoli diversi e contraddittori (ma perche’ la stessa cosa si puo’ dire con due parole?) o sara’ la mia costante ed ingombrante –in tutti i sensi- presenza, il nostro piccolo angelo biondo e’ proprio una personcina…

Ieri poi abbiamo passato un’allegra giornata a casa di una coppia di artisti italo(lei)-americana(lui) con figlio caffe’latte che davano un farewell party per un altro ragazzo italiano che lavora con Luigi e gli invitati erano quasi tutti gli italiani che gia’ vediamo alla serata italiana del martedi’… insomma, questo tripudio di italianita’ che sta incominciando a mancarci ed il tuffo in una normale serata fra amici come ne abbiamo passate migliaia nella nostra vita (precedente) ci ha risollevato umore e prospettiva di socializzazione… la gente che e’ qua ha tutte storie diverse da raccontare, tanti sono proprio come noi, fanno i nostri stessi lavori (piu’ quelli di Luigi, a dire la verita’), chi da sei mesi chi da sei anni, chi si e’ sposato con un americano, chi ha una fidanzata in Spagna conosciuta qua, chi vorrebbe tornare, chi fa di tutto per rimanere… ma tutti possono capire e condividere le mie stesse identiche impressioni di fronte all’esperienza che ciascuno per un motivo diverso ha scelto di fare e con lo stesso gusto, prima di imboccare un’autostrada a sei corsie costellata di luci di Mac Donald’s ed affollata di pick-up, finire la festa cantando le canzoni di De Andre’ e De Gregori alla chitarra o sparando cazzate…
Stiamo sempre cercando una macchina e studiando per la patente. Venerdi’ abbiamo avuto il test che ha provato la nostra partecipazione al corso on-line per la prevenzione dell’abuso di alcol e droga alla guida: questi americani sono dei veri bacchettoni al riguardo, altro che proibizionismo… e poi sono proprio gaggi: il test era identico a quello che c’era sul corso on-line ed identico a quello di tutti coloro che lo stavano facendo in quel momento intorno ad un grande tavolo tipo cenone di Natale, io e Luigi lo abbiamo fatto insieme parlando allegramente e nessuno ci ha zittito… questo pero’ mi ha fatto capire che il senso civico di un americano medio e’ ben piu’ alto di quello di un italiano… loro si fidano semplicemente perche’ un americano non arriva al test impreparato, soprattutto su una cosa cosi’ socialmente importante come l’abuso di alcol e droga. E questa manifestazione di fiducia da parte dell’autorita’, sempre per dirla alla Severgnini, finirebbe per far comportare onestamente anche il piu’ furbo degli italiani… mentre mercoledi’ prossima dovremo dar prova pratica agli americani che anche in Europa si guida sulle macchine e di solito anche molto meglio…
Nel frattempo -botta di vita della settimana passata- ho assaporato il gusto delle mani di un dentista americano perche’ –da vera sfigata, visto che sono l’unica della famiglia a non avere un’assicurazione sanitaria dentale- il mio terzo dente del giudizio ha deciso di spuntare tutto storto sotto la gengiva proprio adesso e si e’ reso indispensabile toglierlo velocemente di mezzo.

Per il momento questo e’ tutto. Le foto di ricordo ci sono e vi bacio tutti.
See you then…
Beta