lunedì 8 ottobre 2007

Autunno tropicale

Baltimora meglio della California, visti i 30 gradi fissi che ancora ci avvolgono in questo inizio di ottobre! (La foto a fianco, per esempio, e' di stamattina che si schiattava)
Un clima cosi' imprevedibile ci confonde un poco, anche se ammetto che sono contenta di prolungare, insieme all'estate, anche l'uso delle flip flop e l'infausto momento in cui dovro' rimettermi dei pantaloni invernali non premaman, cosa che non faccio piu' praticamente da due anni.

Carlo ed Elizabeth sono dei gran fighi, questo e' certo, ma dopo aver partecipato al loro matrimonio, il primo da quando siamo qua (e le promesse sul prato senza celebrante, il discorso strappalacrime dei genitori e degli amici e la rilassatezza dell'ambiente in generale erano proprio come quello che m'immaginavo), adoro dell'America sempre di piu' l'informalita' che c'e' dietro ogni invito (che intanto vi e' sicuramente arrivato per email, con almeno due link sulle direzioni per arrivare e i parcheggi piu' vicini ed un opportuno orario di inizio e -soprattutto- di fine), il poter andare ad un party senza conoscere nessuno (cosa che in Italia non avrei mai fatto), la disinvoltura di certe scelte (la barbeque pizza insieme alla mousse au chocolat, i piatti di topolino sul tavolo indonesiano). In una parola lo stile Easy Going contrapposto alle cerimonie - e la snobberia - tutte italiane (in particolare torinesi), che sono contenta di aver lasciato indietro.
E poi ora come mai qua apprezziamo l'organizzatissima Social Life per famiglie, che prevede mille attivita' kids friendly, quando invece in Italia quasi ti vergogni a portare i figli a cena fuori... Fiere, concerti, workshop nei musei, cinema sui prati all'aperto. Quasi sempre gratis, ogni weekend. Qua tutto e' promosso, pubblicizzato e valorizzato come fosse la figata piu' grande del mondo: tante volte non lo e', ma e' difficile che comunque ti deluda del tutto, visto lo sforzo che ci mettono per farti divertire. E poi qua l'uso della baby sitter (e dei nonni, soprattutto, visto che l'80% dei nonni d'America sta in Florida) e' molto meno sconsiderato che da noi... quindi i genitori sono abituati a fare tutto coi loro bimbi (persino portarli in ufficio).

Tale spensieratezza domenicale e' pero' la giusta ricompensa ad una settimana passata a torchiare i bambini a scuola, dove tutto e' invece esasperatamente impostato. Luce per esempio e' da fine agosto in mano all'invasata Mrs. Pamela, fanatica donna nera di mezza eta', che convinta sostenitrice del metodo che all'asilo si lavora, non si gioca (testuali parole), tenta di preprare le nostre povere creature indifese al famigerato Kindergarden, che dovrebbe toccare a Luce il prossimo anno (se passera' i test di ammissione!). Nelle sue grinfie i nostri quattrenni fanno mille esercizi di bella scrittura, conti e dissertazioni scientifiche, gruppi di ricerca e scenette per imparare la buona educazione, e con un pannello colorato al quale ad ogni nome fa corrispondere piu' o meno stellette, lei, la torva Pamela, ne controlla la preparazione. Nulla di male, per carita', solo che oramai a casa a cena non si parla piu' di fatine e castelli, ma di scheletri, pianeti e metodi per aumentare la "confidence" in se' stessi. Penso che questa esagerazione appartenga un po' a tutte le scuole americane, ma forse nella nostra un po' di piu', visto purtroppo il noto e provato gap culturale dei neri rispetto ai bianchi. Spero solo che questa rivalsa nel bel mezzo della quale siamo capitati non ci faccia diventare Luce un piccolo mostro!

Comunque la scuola e' una delle cose che gli americani prendono piu' sul serio, tanto che, diventato ormai l'argomento principale di conversazione di qualunque mia coetanea madre di figli, io l'ho dovuto studiare a suon di siti che elencano le migliori scuole in citta' e domande impertinenti alle mamme dei giardini. Io, ingenuamente convinta che a questo, come avviene in Italia, ci pensasse sufficientemente bene lo Stato con una semplice tanto casuale ripartizione del piccolo a seconda del quartiete dove vive! Ma qua, sapete bene, la competizione e la corsa al successo cominciano sin dalla culla...

Tornati a casa, abbiamo passato un'intera settimana di celebrazioni per il compleanno di Luce, conclusa con una festa al parco piu' grande della citta', movimentata solo verso sera da una gang di ragazzoni con l'aria da Guerrieri della Notte e moto roboanti che ha inscenato un inseguimento con gli sbirri sui prati dove fino ad un minuto prima giacevano crostate alla frutta e palloncini lilla... il bello di vivere in una citta' come Baltimora... sempre come dentro un poliziesco!

Allietata solo dalla visita di Luisa, passo il mio tempo divisa fra tenere in piedi la casa, coltivare le amicizie di famiglia come una buona mogliettina e l'intrattenimento delle mie bimbe. Gaia mi accompagna in questa nuova riappropriata dimensione domestica, con i sorrisi e le rugne tipiche della sua eta', e mi segue in ogni stanza della casa dove io ho opportunamente installato o una sdraietta, o un exersaucer (una specie di box affollatissimo di attivita' sensoriali capaci di tenerla occupata anche per 10 minuti di seguito) o palestrine di varie forme e colori, da dove di solito rotola dopo un secondo contro una parete. Con i suoi primi dentini e' stata promossa alla camera di Luce, e vederle dormire tutte due la sera nei loro lettini e' una gioia che mi sconvolge tutte le volte. Cio' nonostante, stiamo cercando un'anima buona che finalmente ci liberi qualche ora a settimana dalla schiavitu', seppur bellissima, di doverci occupare della prole 24/7 (espressione fighetta per dire ventriquattorealgiornosettegiornisusette). A questo scopo sono partita all'adescamento della perfetta Nanny nel vicino campus dell'Universita' Loyola, noto college cattolico, che e' pullulante, pare, di brave ragazze e sufficientemente bacchettone (anche se Luigi le preferiva procaci e disinibite), provenienti da famiglie numerosissime, per questo gia' use al baby sitting dei propri fratellini (la cosa mi e' stata consigliata proprio cosi'). Una che intervistero' domani mi ha detto di avere 20 anni e gia' ben 7 anni di esperienza: come avra' fatto?! Dovrebbe preoccuparmi di piu' il fatto che di nome fa Rachel e di cognome Provenzano?

Anche se non ho fatto tutto quello che volevo e soprattutto ho mancato molti di voi, ripenso alle vacanze italiane con la solita ed imperterrita malinconia, che pero' ogni volta viene diluita da qualcosa in piu' che li' da voi mi ha esasperato (la guida aggressiva, la sgarbatezza dei commercianti, i prezzi stratosferici, la puzzetta sotto il naso dei fighetti)... ed e' l'esatto ed implacabile processo che ci hanno descritto tutti gli amici che sono qua da tanti anni... mmhhh, staro' passando dalla loro parte? Mi rasserena il fatto che per ora mi addormento ancora con il sapore del mediterraneo in bocca e nella testa i mille suoni delle nostre citta' incasinate, il rumore delle cicale a Gressoney, l'odore della pineta di Follonica. Un mondo che a tal punto ancora mi emoziona, che non potrei mai rinnegare.

See ya!